E’ un bel racconto la storia di Primero, oggi che abbiamo raggiunto più di cinque anni di attività finalmente ci troviamo a poterti raccontare come sono andate le cose per la nostra azienda, come è nata, come si è sviluppata e in che maniera sopravviviamo nel business della cannabis light in Italia.

Resta con noi fino alla fine perché leggere le testimonianze dirette dei proprietari dell’azienda Primero.

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Quando viene fondata Primero?

“La nostra azienda viene pensata nel lontano 2017 e ufficialmente aperta nel 2018 quando tre ragazzi volenterosi decidono di aprire il primo negozio di Acilia nel mese di Febbraio, spinti dalla voglia di cambiare le cose e ridare alla pianta di cannabis il suo giusto posto.” Parla Fulvio con un po’ di nostalgia.

Passa poco tempo e visti gli ottimi risultati raggiunti i tre decisero di aprire un secondo negozio nella zona di Eur Montagnola questa volta investendo maggiori energie economiche nell’allestimento e nella pubblicità iniziale ma per loro la storia era appena cominciata.

Passa poco meno di un anno e l’azienda Primero decise di rilevare un negozio di un’altra azienda in via di fallimento sempre a Roma ma stavolta nella zona di Monteverde, questo fu un vero azzardo ma nel tempo il negozio è diventato punto di riferimento nella zona per molti consumatori di canapa legale.

Passa qualche tempo ed i tre ormai giovani imprenditori decidono di tentare la sorte ed aprire un quarto negozio quello di Tuscolana, purtroppo questa attività non è mai decollata ed è stata chiusa poco dopo per un cambio aziendale in quanto da tre soci si ritrovarono solo in due Fulvio e Simone.

Chi ha fondato Primero?

I fondatori sono stati tre ragazzi  della zona di Roma Acilia e Tiburtina fra i 23 e i 25 anni ed i loro nomi sono Dario, Fulvio e Simone.

Spesso viene detto che i giovani non hanno voglia di lavorare, dobbiamo sempre ricordare che il settore della cannabis light è un settore che ospita principalmente giovani ed il fatto che non sia ancora stato regolamentato dimostra come in effetti non ci sia molta volontà di agire da parte delle istituzioni per migliorare la situazione dal punto di vista del lavoro giovanile.

Nel testo che segue abbiamo raccolto delle testimonianze da parte dei rappresentanti di oggi della società Primero srls.

Come è nata l’azienda Primero?

“La passione della cannabis ci ha spinto ad intraprendere questo percorso, abbiamo sempre desiderato poter lavorare nella piena legalità con questo prodotto nel nostro paese e purtroppo tutt’oggi non ci è ancora perfettamente concesso.” Dice Fulvio, uno dei titolari.

Sembra banale dirlo perchè chiunque lavora e paga le tasse in qualche modo viene tutelato dal sistema mentre invece il venditore di erba legale ancora oggi vive nella continua incertezza anche da un punto di vista legale poichè il settore della cannabis light non è ancora perfettamente normato.

“Da un’idea di poter distribuire canapa legale a domicilio e h24 attraverso i nostri distributori automatici abbiamo deciso di fondare una società, avevamo anche paura all’inizio che potesse non funzionare, ma poi nel tempo ci siamo ricreduti.” A domanda risponde Simone che quasi vuole ricordare l’idea iniziale di attivare macchine 24/24 che vendevano canapa legale, ad oggi l’azienda Primero possiede 3 distributori automatici attivi nella Capitale.

Quali sono gli obiettivi di Primero?

“Da sempre il più grande obiettivo e sogno di Primero è quello di riuscire a lavorare con la cannabis in generale nella nostra Italia, paese in cui siamo nati” così dice Simone mentre gli chiediamo quali sono i gli obiettivi della sua azienda

E’ ovvio immaginare che per giovani ragazzi che lavorano il primo obiettivo sia quello di guadagnare il più possibile e fare i soldi ma vogliamo farti rendere conto che ci sono lavori che come primo obiettivo hanno quello di ottenere una regolamentazione ed un attestazione riconosciuta.

“Credo che la vera vittoria potrà esserci solo nel momento in cui avremo un settore regolamentato e che comprenda al 100% la pianta di cannabis e magari una licenza per tutti noi che abbiamo sempre messo la faccia rischiando in prima persona nell’era del proibizionismo.” Si lascia scappare un sorriso amaro Fulvio in questa sua confessione.

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